La tradizione di San Nicola e dei temibili Krampus
Probabilmente saprete già che Babbo Natale non è nato in Finlandia tra le nevi immacolate del Circolo Polare Artico, bensì sulle rive del Mediterraneo. E saprete anche che un tempo il giorno in cui i bambini ricevevano i doni non era il 25 dicembre bensì quello tradizionalmente legato alla figura di San Nicola. Qui in Trentino lo sappiamo bene, perché l’antica usanza di aspettare il 6 dicembre per fare i regali ai bambini buoni è ancora presente in alcune valli. Il passaggio dalla tradizione di San Nicola a quella del Natale è avvenuto gradualmente nel corso dei secoli e fu dovuto a svariate cause. Tra queste vi fu sicuramente la riforma protestante, che nel nord Europa scoraggiò la venerazione dei santi, ma non fino al punto da cancellare completamente la memoria di San Nicola. Babbo Natale infatti, pur avendo una biografia e un passaporto decisamente nordico, in tutti i paesi anglofoni viene chiamato Santa Klaus, dall’olandese Sint Nicolaas.
La storia di San Nicola
San Nicola è uno dei santi più venerati della cristianità. Con ogni probabilità nacque intorno al 270 nell'odierna Turchia meridionale, e divenne vescovo di Myra tra il 300 e il 310. Questo periodo coincide con un'epoca di grandi trasformazioni all’interno della Chiesa, prima a causa della persecuzione dell'imperatore Diocleziano e poi con la pace religiosa seguita all'Editto di Costantino, nel 313. Secondo la tradizione, Nicola fu nominato vescovo in virtù della sua
straordinaria carità, che lo aveva reso una figura centrale per i fedeli della regione. Una delle sue storie più celebri racconta di tre ragazze salvate dalla miseria: Nicola donò loro segretamente delle monete d’oro, gettandole attraverso una finestra, gesto che ispirò la tradizione dei doni natalizi. Dopo la sua morte, avvenuta il 6 dicembre 343, la sua tomba a Myra divenne meta di continui pellegrinaggi. Molti secoli dopo le reliquie furono trasferite a Bari, dove oggi riposano nella Basilica di San Nicola. Protettore di bambini, marinai, viandanti e poveri, San Nicola è il patrono di numerose città, sia in Italia che all’estero, e ha ispirato la figura di Babbo Natale (Santa Claus). La sua festa, celebrata in tutta Europa, segna l'inizio delle festività natalizie, legando la sua memoria alla generosità e alla speranza.
La venerazione di San Nicola in Trentino
La devozione a San Nicola è molto radicata in Trentino e un po’ in tutto l'arco alpino. La festa, celebrata il 6 dicembre, affonda le radici nella profonda religiosità delle genti di montagna. In molte località, San Nicola visita i bambini accompagnato dai Krampus, figure inquietanti che rappresentano il lato oscuro delle festività e servono a ricordare a tutti l'importanza di un comportamento
virtuoso. La loro presenza è legata al periodo dell’Avvento, e in particolare alla notte del 5 dicembre, vigilia della festa di San Nicola. Le origini della tradizione risalgono probabilmente ai riti pagani germanici, che celebravano il solstizio d’inverno e la lotta tra il bene e il male, il buio e la luce. Mentre San Nicola porta piccoli doni e dolciumi ai bambini buoni, i Krampus spaventano chi si è comportato male.
Ma chi sono i temibili Krampus?
I Krampus sono demoni dalle sembianze mostruose e animalesche, scatenati e molto inquietanti, che si aggirano per le strade alla ricerca dei bambini "cattivi". I loro volti sono coperti da maschere terrificanti, i loro abiti sono laceri, sporchi e consunti. Mentre vagano per le vie dei paesi, provocano gran rumore con campanacci, corni e colpi di frusta. Le maschere che indossano sono intagliate a mano da artigiani locali e sono vere e proprie opere d’arte. Ogni maschera ha un significato specifico, legato a miti e
leggende locali. Le loro sfilate sono eventi che coinvolgono l’intera comunità: dai volontari che realizzano i costumi agli organizzatori che curano i percorsi e gli spettacoli. È curioso che a mascherarsi siano esclusivamente gli uomini, anche se il Krampus può avere sembianze femminili (in tal caso si chiama Krampa). Altra regola è che la maschera non deve mai essere tolta in pubblico e gli spettatori non devono mai cercare di toglierla, pena il disonore per lo smascherato.
Cosa dice la leggenda
Con l’avvento del Cristianesimo, queste figure furono associate a San Nicola, il santo protettore dei bambini e degli umili, che secondo la leggenda viaggiava accompagnato dai demoni che aveva ammansito. Si racconta che tanto tempo fa, nei periodi di carestia, i giovani dei piccoli paesi di montagna si travestissero usando pellicce formate da piume, pelli e corna di animali. Essendo così irriconoscibili, andavano in giro a terrorizzare gli abitanti dei villaggi vicini, derubandoli delle provviste necessarie per la stagione invernale. Dopo un po' di tempo, i giovani si accorsero che tra di loro vi era un impostore: era un demone, che approfittando del suo reale volto diabolico si inserì nel gruppo rimanendo riconoscibile solo grazie alle zampe a forma di zoccolo di capra. Venne dunque chiamato il vescovo Nicola per esorcizzare l'inquietante presenza. Sconfitto il demone, tutti gli anni,
nel giorno della vigilia di San Nicola, i giovani si travestono da demoni e sfilano lungo le strade dei paesi, non più a depredare, ma a "punire i bambini cattivi", accompagnati dalla figura del vescovo che aveva sconfitto il male.
La tradizione dei Krampus in Trentino
La tradizione dei Krampus è profondamente radicata nelle valli trentine, in particolare nelle aree del Trentino orientale, che risentono maggiormente dell’influenza culturale delle vicine regioni di lingua tedesca. Questa usanza, legata alla figura di San Nicola (chiamato anche San Nicolò), mescola elementi religiosi cristiani con antichi riti pagani, creando un folklore unico e suggestivo. Ogni valle ha sviluppato varianti specifiche, spesso legate alla cultura
locale. Nelle valli ladine, i Krampus accompagnano il figurante che rappresenta il Santo nelle visite ai villaggi. La processione è un momento comunitario che unisce elementi di festa e religiosità. I bambini ricevono doni e dolci dal Santo, mentre i Krampus creano un’atmosfera di suspense e gioco. In Primiero, dove è molto attiva l’associazione Krampus Primör, la tradizione assume toni più folkloristici. Oltre alle sfilate, i Krampus organizzano spettacoli di fuoco e scene di caccia simbolica, rievocando antichi rituali propiziatori legati alla natura e alla fertilità. Negli ultimi anni, le tradizioni legate ai Krampus sono diventate anche un’attrazione turistica, con sfilate ed eventi speciali che attirano molti visitatori.
San Nicola e i Krampus incarnano lo spirito più autentico delle tradizioni alpine legate al Natale: tradizioni in cui sacro e profano si intrecciano in una danza millenaria. Partecipare a queste celebrazioni significa vivere un’esperienza molto forte, tra emozioni, folklore e comunità. In Trentino, queste usanze non solo rivivono, ma continuano a unire generazioni, regalando un Natale ricco di magia e significato.
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