Viaggio nel passato alla scoperta dell’affascinante storia di Primiero
Passeggiando per i borghi di Primiero, tra scorci suggestivi, antichi dipinti, chiese ed edifici storici, è facile immaginare lo scorrere della storia e calarsi per un attimo nei panni dei personaggi che hanno vissuto in questi luoghi: dai viandanti che venivano accolti dai monaci benedettini nell’antico Ospizio dei Santi Martino e Giuliano, ai primi esploratori che verso la metà dell’800 scoprirono la bellezza magica delle Dolomiti; dai primi turisti della borghesia mitteleuropea che amavano soggiornare negli hotel più esclusivi di San Martino di Castrozza, agli ospiti illustri come Schnitzler, Freud, il Re del Belgio e Dino Buzzati, che furono ospiti di questa valle. A Fiera di Primiero, lasciato il centro con i suoi colorati palazzi, si può raggiungere la Chiesa Arcipretale e l’antico Palazzo del Dazio, dove ancora si respira l’atmosfera dell’epoca mineraria. Tra il Quattrocento e il Cinquecento il borgo era abitato dai Bergknappen, operosi minatori venuti dal Tirolo e dal mondo germanico per estrarre i metalli preziosi presenti in abbondanza in tutta la valle, mentre qualche secolo più tardi fu proprio qui che nacque e crebbe il giovane Luigi Negrelli, ingegnere divenuto famoso in tutto il mondo per aver progettato il Canale di Suez.
L’antico Primiero
Si sa che la valle fu abitata dai cacciatori del Neolitico, come dimostrano i siti dei laghetti del Colbricón. Gli scavi realizzati nella chiesa arcipretale di Fiera nel 1996 hanno poi permesso di rinvenire le tracce di una chiesa paleocristiana di grandi dimensioni del V-VI secolo, il che porta a pensare che in valle dovesse esserci una comunità abbastanza grande e organizzata. Nell'Alto Medioevo i Longobardi concessero
il territorio di Primiero alla città di Feltre e per un lungo periodo la storia locale è stata unita a questa città veneta. Nel 1273 vennero concessi gli statuti alla Comunità di Valle, con i quali veniva istituito un consiglio formato dai marzòli, cioè i borgomastri delle quattro regole (Imèr e Canale San Bovo, Mezzano, Tonadico e Siror, Transacqua e Romanico) e dall'ufficiale del vescovo, capitano di Castel Pietra. Nel 1349 Carlo IV di Lussemburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, conquistate Feltre e Belluno, si impossessò del territorio di Primiero. Da allora la valle entrò a far parte dei possedimenti dei conti del Tirolo e, a partire dal 1373, passò di fatto sotto il dominio degli Asburgo.
Primiero asburgica
Nel 1401 il duca d'Austria donò a Giorgio di Welsperg della Val Pusteria la giurisdizione di Primiero. Ebbe così inizio il dominio di questa potente famiglia tirolese, che resse la valle per più di quattro secoli. Con loro Primiero godette di un notevole sviluppo economico e demografico: venne costruito l'abitato di Fiera, che divenne il centro amministrativo e commerciale della valle, sostituendo Tonadico, mentre l'economia
prosperava grazie alle miniere. Si stima che attorno alla metà del Quattrocento in Primiero lavorassero circa tremila minatori, in gran parte tedeschi. Già nel 1464 sembra che fossero attive in valle circa 500 miniere di rame, argento e ferro. L’attività estrattiva continuò per alcuni secoli, poi entrò in progressivo declino. Nella seconda metà dell'Ottocento Primiero fu interessata da due fenomeni molto diversi: da una parte una massiccia corrente migratoria, dovuta anche allo smantellamento definitivo delle miniere (nel 1875 erano state chiuse le ultime miniere di ferro), dall'altra l'arrivo dei primi escursionisti e viaggiatori, in gran parte britannici.
L’epoca gloriosa dei primi scalatori
Fino all'Ottocento San Martino di Castrozza era solamente un paesino di modeste dimensioni. Ma alla metà del secolo il centro cominciò a espandersi: vennero costruiti alberghi, baracche, edifici adibiti a deposito e una cantoniera a servizio della strada. Poi sorsero altre case private e l’antico ospizio dei Santi Martino e Giuliano venne trasformato in locanda-albergo. I primi che provarono a scalare le Pale di San Martino furono i due viaggiatori inglesi Churchill e Gilbert, nel 1862. Vennero poi seguiti da altri viaggiatori, tutti inglesi, come Leslie Stephan, Edward Whitthell e Amelia Edwards. Fu proprio Edward Whitthell, nel 1870, il primo ad arrivare in vetta, completando la scalata del Cimon della Pala. In seguito alcuni alpinisti italiani, come Michele Bettega, Bortolo Zagonel e Giuseppe Zecchini, decisero di fare da guide turistiche agli scalatori e ai visitatori, dandosi il nome di Aquile di San Martino. Qualche anno dopo vennero anche inaugurati dei rifugi: il primo fu il rifugio Rosetta, nel 1889, di proprietà della Società Alpinisti Tridentini, seguito poi nel 1897 dai rifugi Pradidali e Canali.
Storia economica di Primiero
Come già abbiamo visto, Primiero dovette gran parte del suo primo sviluppo alla presenza di ricchi giacimenti minerari. Nel Medioevo, l’estrazione divenne un pilastro dell’economia locale. Le miniere erano rinomate in tutta Europa e attiravano maestranze specializzate dalla Carinzia e dal Tirolo. I metalli venivano commerciati nell’Impero Asburgico e nelle grandi città
italiane, contribuendo a creare una comunità economicamente solida e organizzata. Nel Seicento, con il progressivo esaurimento delle risorse minerarie, l’economia di Primiero dovette adattarsi. La popolazione locale si concentrò sulle attività agricole e silvo-pastorali nonché sulla lavorazione del legno. L’allevamento del bestiame assunse un ruolo centrale, dando vita a una tradizione casearia ancora oggi molto attiva. Un elemento chiave del più recente sviluppo economico di Primiero è stata la produzione di energia idroelettrica avviata all’inizio del Novecento, grazie alla quale si è potuta raggiungere la completa autonomia energetica. Oggi il turismo rappresenta il settore trainante dell’economia di valle, con un focus sulla sostenibilità e la valorizzazione delle risorse naturali e culturali. Le Dolomiti, patrimonio UNESCO, attirano ogni anno migliaia di visitatori, mentre il Parco Naturale Paneveggio - Pale di San Martino è un esempio virtuoso di gestione ambientale.
La storica Comunità di Primiero
La Comunità di Primiero è una realtà amministrativa e culturale caratterizzata da un forte spirito di cooperazione. Le sue origini risalgono a quando l'area era un'importante zona mineraria. Durante quel periodo, la popolazione locale cominciò a organizzarsi in forme di autogestione per regolare le attività economiche e i rapporti sociali, grazie anche a statuti e privilegi. Uno degli aspetti più significativi fu l'istituzione della Regola di Primiero, un'organizzazione che gestiva in modo collettivo i pascoli, i boschi e le acque. Questo modello, basato su principi di solidarietà e sostenibilità che
hanno garantito per secoli la sopravvivenza della comunità e la preservazione delle risorse naturali, è tutt’ora attivo grazie alla nascita negli anni Settanta del Novecento delle comunità comprensoriali del Trentino. La Comunità di Primiero comprende oggi sei comuni: Canal San Bovo, Imer, Mezzano, Primiero San Martino di Castrozza, Sagron Mis e Transacqua (quest'ultimo confluito in Primiero San Martino di Castrozza con la fusione comunale del 2016). È un ente che coordina i servizi sovracomunali e promuove iniziative per lo sviluppo del territorio. Nonostante i cambiamenti avvenuti nel corso del tempo, la Comunità di Primiero mantiene salda l'identità culturale della popolazione locale, che si riflette in iniziative come la valorizzazione dei prodotti tipici (ad esempio i formaggi di Primiero), il turismo sostenibile e la partecipazione attiva all’importante realtà del Parco Naturale Paneveggio - Pale di San Martino.
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