Un formaggio così goloso da chiamarsi Rettangoloso
Ci sono parole il cui significato cambia a seconda del lato dal quale si prendono. Prendiamo ad esempio la parola “ospite”: è un ospite il bravo albergatore di Primiero che accoglie con gentilezza i suoi clienti venuti da lontano, ma è un ospite anche il turista innamorato del nostro territorio, delle sue bellezze e della sua squisita ospitalità. Un’altra parola dal doppio significato è “goloso”, a noi molto fami-liare: è goloso un formaggio in esposizione che stuzzica l’appetito con il suo aspetto, ma è goloso anche l’affezionato cliente del negozio che ama soffermarsi davanti al banco di vendita, pregustando i diversi sapori dei tanti formaggi esposti. Da questa divertente riflessione, fatta un po’ per scherzo, è nata un giorno l’idea di giocare con le parole per battezzare un certo formaggio.
Goloso al palato e goloso chi lo scieglie
Il formaggio da battezzare era un rettangolare molto goloso e il nome che abbiamo deciso di dargli è stato un mix delle due parole: Rettangoloso. Come tutti sappiamo, i formaggi rettangolari non sono particolarmente diffusi nel nostro paese, dove la forma tradizionale incontra sempre molto consenso. Magari pensiamo che siano formaggi un po’ anonimi, in cui la praticità
prevale sul sapore. In realtà non è così. E i tre rettangolari del nostro Caseificio lo possono dimostrare ampiamente. Sono tutti e tre molto gustosi e molto apprezzati, anche dai palati più raffinati: Il primo, per diritto di nascita, è la mitica Tosèla, c’è poi il delizioso L’Arin, dall’aroma inconfondibile, e infine c’è il Rettangoloso, che coniuga la sua delicata dolcezza lattosa con moltissime occasioni di consumo.
Sapore dolce, delicato e un po’ “lattoso”
E veniamo ora alla descrizione di questo formaggio, amato da tanti nostri clienti. La pasta è semidura e la forma è quella appunto di un parallelepido. Al taglio, la pasta si presenta di colore leggermente paglierino, compatta, con occhiatura molto ridotta. Il sapore è dolce, abbastanza delicato, molto vicino ai sentori del latte e dello yogurt. La crosta è assolutamente edibile. Gli ingredienti sono molto semplici: latte pastorizzato, caglio di vitello, sale, fermenti lattici selezionati. La
stagionatura varia tra uno e due mesi. Va conservato a temperatura compresa tra 4° a 10 °C e ha una durata media sottovuoto di 20 giorni. Come la Tosèla e L’Arin, anche il Rettangoloso si vende a fette, il cui spessore varia in base al consumo che se ne intende fare. Apprezzato in cucina per la sua eccellente duttilità, può essere cotto alla piastra o in padella senza l'aggiunta di ulteriori grassi o condimenti.
Da gustare in tanti modi diversi
Cotto alla piastra è appunto il modo migliore per consumarlo. Però sono tanti i racconti che ascoltiamo dai nostri clienti su come si può gustare il Rettangoloso. Da chi lo taglia a tocchetti per arricchire l’insalata a chi invece se lo fa tagliare molto sottile per abbinarlo allo speck e preparare così gustosissimi panini o toast. Da chi lo considera un ingrediente tanto delicato quanto prezioso per cucinare squisite torte salate a chi lo ritiene un formaggio ideale per creare morbide mantecature. Ci sono
anche molti clienti lo gustano al taglio, abbinandolo con varie mostarde, marmellate o mieli. Tra questi suggeriamo sicuramente quello d’acacia.
Bene, ci auguriamo di aver stimolato la vostra golosità. Nel prossimo articolo torneremo a trattare argomenti di ampio respiro. Parleremo di DOP, IGP, STG e PAT: tutti riconoscimenti che attestano l’appartenenza a particolari standard produttivi necessari a ottenere la qualità del prodotto. Siamo certi che l’argomento vi interesserà molto!
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