L'inconfondibile profumo di affumicato del nostro L’Arin!
La prossima volta che venite in Primiero, parcheggiate l’auto nei pressi di Fiera e datevi al libero passeggio tra le viuzze del borgo. Nei pressi della chiesa di Santa Maria Assunta c’è la vecchia canonica del quindicesimo secolo, che in dialetto noi chiamiamo canònega vècia. La riconoscete dal bellissimo ballatoio in legno, sotto al quale ci sono due immagini sacre e una bellissima scala. Entrate e scoprirete com’erano fatte le case di una volta, con la cucina e la camera da letto lì accanto. Noterete subito tre cose: il lavello in pietra, il mobile dispensa con lo spazio per i secchi e il focolare aperto, che qui dalle nostre parti si chiama el arìn. Se chiedete a qualche vecchio primierotto il significato esatto del termine potreste sentirvi rispondere una cosa del genere: pian levà te la cosina, onde che se fa el foch par còser el magnar te na tecia e par sentarse par scaldarse. Che in italiano suona più o meno così: il piano rialzato della cucina in cui si fa il fuoco per cuocere il cibo in una pentola e ci si siede per riscaldarsi.
In ricordo del caratteristico focolare
El arin era dunque il centro della casa: l’angolo caldo attorno al quale si riuniva la famiglia, si preparava il cibo e, quando il freddo era intenso, ci si scaldava. Troppo importante per non dedicargli un formaggio… E quale formaggio, se non il nostro Fumè di Primiero, nato proprio sul focolare? Il nome abbiamo scelto di cambiarlo leggermente, per ragioni puramente fonetiche, optando per una
soluzione più orecchiabile: L’Arin. Si tratta di un formaggio da taglio dal sapore dolce con sentori di affumicatura, che lo contraddistinguono da altri formaggi simili nati per essere anche cotti. La crosta è morbida ed edibile, di colore marrone chiaro, mentre la pasta si presenta di colore leggermente paglierino, compatta, di rada occhiatura. Apprezzato in cucina per la sua eccellente duttilità, L’Arin può essere cotto alla piastra o in padella senza l'aggiunta di condimenti.
Un formaggio gustoso e molto versatile
Con l’avanzare dell’autunno il pensiero corre facilmente all’inconfondibile profumo di affumicato del nostro L’Arin, che richiama l’atmosfera calda e raccolta del focolare. In tanti ci chiedono un consiglio sul come consumarlo. La prima risposta che diamo è semplicemente con polenta gialla integrale, preparata magari con farina di Storo. Anche le patate bollite o saltate in padella sono delle ottime compagne per questa bontà tutta nostrana. Se poi ci aggiungete un po’ di speck ancora meglio. L’Arin è perfetto poi
per arricchire due tipici piatti trentini: i canederli e gli strudel salati. E abbinato a verdure fresche o grigliate è sicuramente un eccellente ingrediente in gustosi panini e toast da portare in gita o da consumare sul lavoro.
Da provare al naturale, grigliato o spadellato
Tre cose importanti sulla produzione. La prima è che L’Arin viene prodotto con solo latte vaccino intero pastorizzato, sale e caglio. La seconda è che il latte proviene da vacche alimentate a fieno con integrazione di mangimi e/o materie prime vegetali prive di OGM. La terza è che l’affumicatura è completamente naturale, fatta con fumo filtrato da legno di foglia. Dopo una breve stagionatura di circa un mese il nostro Fumè di Primiero viene messo in vendita nel punto vendita del Caseificio, a Mezzano, dove lo
tagliamo in comode fette pronte da cuocere. Lo potete però ordinare anche sull’e-commerce del nostro sito, in tagli sottovuoto da 500g o 1000g.
Se ancora non l’avete assaggiato, è giunto il momento di provarlo. Poi ci farete sapere se avete trovato altri modi interessanti per gustarlo! Nel frattempo rimanete sintonizzati con questo blog: prossimamente vi racconteremo quanto importante sia per noi e per tutta la filiera zootecnica dei Primiero la ricorrenza appena trascorsa dell’11 novembre.
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