I diversi tipi di fieno con cui nutriamo le nostre vacche
Quando parliamo di latte e formaggi dobbiamo parlare per forza di cose di quello che mangiano le vacche. Durante l’alpeggio la loro dieta è fatta di erba fresca di montagna. Ma per tutto il resto dell’anno il loro alimento principale è il fieno proveniente dai prati. Per questo riteniamo che qui in Primiero gli sfalci e la corretta gestione dei prati siano fondamentali per ottenere un’alimentazione di ottima qualità.
I tre sfalci
Avete un’idea di quanti sfalci vengono fatti in un prato? Nelle zone collinari se ne fanno normalmente tre o quattro, in pianura quattro o cinque, nelle zone irrigue si può arrivare anche a sei. In Primiero ne facciamo tre, e ci teniamo a farli nel migliore dei modi. Il primo taglio è quello che noi chiamiamo fieno. Lo facciamo più o meno a metà di maggio, tempo permettendo, e per questo viene detto anche maggengo. Si inizia dal fondovalle, dai prati concimati, per poi alzarsi nei prati di versante, quando anche qui l’erba matura. Il secondo taglio, che nel nostro
dialetto si chiama dorch, inizia a metà luglio, sempre in fondovalle. Il terzo taglio, detto anche terzenin, si fa invece a settembre. Tra uno sfalcio e l’altro devono passare almeno quaranta o cinquanta giorni, perché l’erba deve poter crescere e maturare.
Come differiscono tra loro i tagli
L’erba di ogni sfalcio ha caratteristiche diverse. Nel primo taglio abbiamo un prodotto con più fibra, nel secondo l’erba comincia ad avere un buon contenuto proteico. Nel terzo c’è in assoluto la maggior concentrazione di proteine. Anche la quantità cambia: il primo taglio, grazie soprattutto alla concimazione, è generalmente molto più abbondante, mentre nei successivi tagli la resa cala, in quanto l’erba cresce meno fitta. Salendo in quota (in Primiero si sfalcia fino a circa
1400 m) la concimazione viene fatta molto di meno, a causa delle pendenze, e i prati hanno tipologie di erbe diverse: meno fibrose, più ricche di fiori e con un valore nutritivo molto importante. Sono loro che portano ai nostri formaggi quei profumi e quegli aromi che li differenziano dagli altri.
Cosa si fa dopo lo sfalcio
Un tempo la proprietà dei prati era molto frazionata e ogni famiglia sfalciava con la falce il proprio piccolo podere. Oggi il metodo tradizionale non è più praticabile e lo sfalcio viene fatto meccanicamente, anche perché disponiamo di mezzi che riescono a fare un buon lavoro anche su prati particolarmente pendenti. Una volta tagliata, l’erba va lasciata sul prato ad asciugare. Quindi viene girata più volte e, quando è sufficientemente asciutta, viene raggruppata in lunghe file, chiamate andane. Dopodiché viene raccolta e portata
nei fienili a completare l’essiccazione. Nei trenta quaranta giorni successivi allo stoccaggio il prodotto fermenta e questo è il motivo per cui il fieno emana un certo calore. In ogni caso, prima di essere utilizzato per l’alimentazione degli animali, il prodotto deve essere ben asciutto.
Il fieno nella dieta degli animali
La dieta ottimale è composta di tutti e tre i tagli, in modo da dare un apporto equilibrato di fibre e di proteine. Durante il periodo estivo gli animali che non sono in alpeggio vengono nutriti con un mix che comprende il primo taglio dell’anno in corso e le scorte del secondo e del terzo taglio dell’anno
precedente. E se le scorte non bastano il disciplinare del Trentingrana ci consente di acquistare il fieno in pianura, nell’area del Grana Padano, per integrare in minima parte la razione quotidiana. Poi, una volta completata la desmontegada, anche le vacche che erano in malga iniziano a nutrirsi con tutti e tre i tipi di fieno tagliati tra maggio e settembre.
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