Il benessere animale al centro dei trattamenti in stalla dopo il rientro dall’alpeggio
Per chi, come noi, si dedica anima e corpo alla produzione di formaggi, un principio fondamentale è che la bontà del prodotto caseario nasce anche in stalla. Anzi “soprattutto” in stalla. Il perché è presto detto: se la stalla è condotta bene, se le norme d’igiene sono applicate con rigore e se la salute degli animali è tutelata scrupolosamente, il risultato è un latte di alta qualità. Certo, per produrre buoni formaggi ci vogliono l’arte e la competenza dei nostri bravi casari e per ottenere formaggi ricchi di profumi e di aromi particolari ci vogliono i pascoli in quota, dove la biodiversità dell’erba fa una grande differenza. Ma il baricentro di tutta la filiera casearia, la regola d’oro per garantire un ottimo risultato è comunque la qualità del latte prodotto in stalla. Ed è proprio di questo che oggi vi parliamo oggi.
Prepararsi all’inverno
Per i nostri allevatori l’autunno è una stagione molto intensa. Terminata la desmontegada, che è sicuramente un momento di grande festa per tutta la comunità di valle, ci si prepara al check-up degli animali, fondamentale per garantire il loro benessere nella lunga stagione invernale. Prima del rientro definitivo ci sono le ultime giornata all’aria aperta nei pascoli di fondovalle. Poi, quando l’erba è finita, le vacche entrano in quella che, a tutti gli effetti, è la loro casa: la stalla.
I primi trattamenti
Molte di loro sono gravide da parecchi mesi e, di lì a pochi giorni, entreranno in asciutta. Per questo vanno messe in sicurezza al più presto. La prima operazione che viene messa in atto è la tosatura. In alpeggio infatti il pelo è cresciuto parecchio, per consentire una protezione termica dall’aria più fresca, mentre in stalla la temperatura è sempre mite e per l’animale è più confortevole avere il pelo corto. Anche gli zoccoli vengono controllati, per quanto il trattamento più importante si faccia in primavera, prima dell’alpeggio. Può succedere però che
qualche animale ne abbia bisogno, perché al pascolo ha avuto problemi, o perché ha avuto una crescita eccessiva. In tal caso si procede con il pareggio funzionale degli unghioni.
L’aspetto sanitario
Una volta sistemati il manto e, se serve, gli zoccoli, si passa all’aspetto sanitario. Il rischio di infezioni non viene mai sottovalutato dagli allevatori, sia per evitare problemi durante i parti, sia per garantire, come già abbiamo accennato, che il latte sia di ottima qualità. Le vaccinazioni prevengono le sintomatologie influenzali, che sono prevalentemente batteriche e che possono essere sia respiratorie che gastroenteriche. Quando nascono i vitelli, gli anticorpi delle madri vaccinate vengono trasmessi attraverso il colostro e così anche i nuovi nati sono protetti dalle malattie, che per loro potrebbero essere fatali.
La sverminazione
Un’altra pratica molto importante, per garantire il benessere degli animali all’interno della stalla, è la sverminazione. Nei pascoli, mangiando liberamente all’aperto, non è infrequente che le vacche assumano uova di parassiti le quali possono causare seri malesseri. Per ovviare a questo problema viene fatto un trattamento che ripulisce completamente l’apparato digerente dalla presenza di sgraditi ospiti. Si fa appunto quando gli animali scendono dall’alpeggio, in quanto sia i parassiti adulti sia le uova, che di norma finiscono nelle feci, potrebbero diffondersi nell’ambiente caldo e umido della stalla e contagiare altri animali, primi fra tutti i vitellini.
La preparzione in vista dei parti
Un lavoro molto importante è poi la preparazione dei box parto, che devono essere molto confortevoli per accogliere le vacche gravide prima, durante e dopo il parto. La stessa cura va posta nella preparazione delle “cucce” di paglia per i vitellini, che vi trascorreranno i loro primi giorni di vita, come anche dei box collettivi dove verranno collocati successivamente, in compagnia di uno o due coetanei.
Il periodo delle nascite
Il periodo in cui la maggior parte delle vacche partoriscono è tra ottobre e gennaio. Sessanta giorni prima della nascita inizia la fase che viene detta “asciutta”: in questo periodo le vacche gravide non producono latte, riposano e mettono da parte le riserve nutritive che serviranno per la nuova lattazione. Questi due mesi sono quelli della maggiore crescita del vitello all’interno del ventre della mamma, la cui gravidanza dura esattamente nove mesi, come quella umana. La nascita è comunque un evento e la partoriente viene quasi sempre assistita. Il vitellino, dopo essere stato a lungo leccato dalla madre, inizia a fare i primi tentativi di alzarsi sulle quattro zampe. Una volta in piedi, cerca subito la mammella per succhiare il colostro. Anche qui interviene l’allevatore che aiuta il piccolo animale a
consumare il suo primo pasto, ricco di anticorpi per proteggere il suo sistema immunitario.
I primi giorni dei vitellini
Il vitello rimane insieme alla madre per qualche ora. Poi vengono separati per ragioni di sicurezza igienica, perché per quanto le stalle vengano controllate c’è sempre il rischio che i vitelli vengano a contatto con i batteri delle feci materne. Rimangono però sempre a vista, nel senso che si vedono, si chiamano e, a modo loro, comunicano. Nei primi dieci giorni dopo il parto al vitello viene dato solo il latte della madre, che avendo ancora del colostro non è adatto al consumo umano. Poi si passa
gradualmente all’allattamento, che può essere di latte vaccino o di latte artificiale. Viene dato due o tre volte al giorno, a seconda di quanto il vitello vuole mangiare, ovviamente scaldato alla temperatura del corpo della madre.
L’inizio della crescita
L’inizio dello svezzamento avviene in modo molto naturale. Sin dall’inizio i vitelli hanno sempre a disposizione dell’acqua, se hanno sete, e un po’ di fieno con cui, nei primi giorni, si limitano a giocare. È un po’ come se fossero fuori in natura: vedono le madri che brucano e così lo mettono in bocca senza però ruminare. Il vitello infatti, pur nascendo con la dentatura quasi completa, inizialmente è monogastrico, ha cioè solo
uno stomaco. Poi, un po’ alla volta, sviluppa l’apparato digerente del ruminante e, superati i due mesi di vita, inizia a consumare i primi pasti a base di fieno. Durante tutto il periodo dei parti e dello svezzamento il controllo del latte e degli animali è particolarmente accurato, per evitare che l’eventuale presenza di batteri possa causare mastiti o problemi alle produzioni.
In stalla non si fa nulla per caso, o con poca cura. Quello che viene fatto è da un lato mantenere e migliorare il benessere degli animali, dall’altro mettere in atto procedure che garantiscano costantemente la consegna di un latte di alta qualità. Un buon allevatore non perde mai di vista questi due obiettivi, perché sa che senza un buon lavoro in stalla non si può fare un buon lavoro in Caseificio.
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